Lo sciopero nazionale del personale della scuola ha registrato una massiccia adesione, oltre l'80 per cento dei docenti non si è presentato alle lezioni del 5 maggio e circa 500.000 persone hanno manifestato pacificamente nelle piazze delle maggiori città italiane per esprimere il proprio dissenso alla riforma. Non è condivisa la scelta, presente nel disegno di legge, di dare maggiore potere ai Dirigenti Scolastici e la mancata assunzione di almeno 200.000 precari. Da più parti inoltre si richiede di destinare maggiori risorse alla scuola per avvicinarsi quantomeno agli standard degli altri Paesi europei: non dimentichiamo che l'Italia rappresenta il fanalino di coda per le retribuzioni ai docenti. In altri termini si rischia, per l'ennesima volta, di fare le nozze con i fichi secchi.
(e.b)
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