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Francia, nei programmi del 2016 un dettato obbligatorio al giorno

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Il prossimo settembre gli alunni francesi ritroveranno il dettato obbligatorio, secondo quanto previsto dai nuovi programmi per il 2016, al fine di rafforzare le abilità grammaticali e ortografiche. 
Il motto delle disposizioni ministeriali francesi sembra essere quello secondo cui "un dettato al giorno leva l'ignoranza di torno". Vi ripropongo su questo tema un post che, in tempi non sospetti, esprime il mio punto di vista su questo argomento, traendo spunto dalla rubrica "Buongiorno" di Massimo Gramellini.

E' oramai un tabù, una cosa vergognosa della didattica. Non comparirà mai la parola dettato nel POF o nei progetti DOC della scuola italiana. Non è neanche da porre in discussione il sostantivo dettato in compagnia dell'aggettivo ortografico. Roba obsoleta, siamo nell'era tecnologica, nella new and poor economy. E poi c'è il correttore ortografico che risolve tutto. Meglio un progettino sull'educazione alimentare. In fondo cosa ci può essere di peggio di una società di obesi? Io continuo a far scrivere dettati. Non è dettato quando si detta il compito sul diario? Non è dettato quando detto appunti di storia di scienze o di matematica? C'è qualcosa di male ad esprimersi in un italiano o in un inglese corretto a proposito di poor but new economy? E' un vantaggio o uno svantaggio? Una risposta in questo senso la troviamo in prima pagina del quotidiano “La Stampa”, nella popolare rubrica Buongiorno, a proposito di candidati laureati bocciati in massa ai concorsi negli enti pubblici.


Non si può non essere d'accordo in toto con le riflessioni come sempre di buon senso ed espresse con quella sottile punta d'ironia che caratterizzano l'apprezzata rubrica "Buongiorno" del giornalista Massimo Gramellini. Concordo in particolare su un punto specifico dell'articolo quando si afferma che il periodo migliore per imparare a scrivere in un italiano corretto è proprio in seconda elementare. Se questo non avviene sarà poi tutto più difficile in seguito; l'eventuale laurea potrebbe non avere un corrispondente nell'ambito del lavoro, e diventare solo un arredo dei ricordi da appendere alla parete. Le fondamenta su cui costruire l'edificio del sapere nascono nei primi anni di scuola; chi le avrà più salde potrà accedere con migliori risultati ai codici linguistici indispensabili, ad esempio, alla conoscenza ed all'uso delle nuove tecnologie; imparerà con maggiore facilità la lingua inglese, oggi sempre più importante nel mondo del lavoro. La penna rimarrà posata sul tavolino accanto al computer pronta per l'uso.

Ercole Bonjean

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