Guarda il cielo ogni ora,
lo rapisce dell'azzurro,
di giallo lo colora.
Dal suo grasso cestino
scendon foglie rosse, gialle,
che or carezzano un bambino.
Sono tenui i suoi colori
nella grande tavolozza
dai leggeri, dolci, odori.
Riempie il bosco di funghetti,
di castagne marroncine,
e di teneri mughetti.
Stringe l'aria settembrina,
calda calda in una mano,
e la soffia a una bambina.
Ercole Bonjean
Il signor Inverno
Con un passo lento lento
getta pioggia, neve, vento;
com'è freddo quel suo viso,
com'è avaro di sorriso.
Prova solo un po' di gioia,
quando i bimbi fan baldoria,
dai suoi occhi va via il gelo
e di luce irradia il cielo.
Piano piano col bastone
ferma il vento e l'alluvione;
ed è giunta ormai la sera,
chiude gli occhi: è Primavera.
Ercole Bonjean
La signora Primavera
Bentornata primavera,
dal mattino sino a sera.
Non fa freddo finalmente:
ed il caldo è già imminente.
Sole al mattino,
pioggia al tramonto,
col ponentino,
felice canto.
Vola l'ape dentro il fiore,
succhia succhia con amore.
Una bella rondinella,
felice vola con la sorella.
Se ne scappa via il cappotto:
e ritorna il mite giubbotto.
Lunga lunga è la serata:
canta agli uomini
l'allegra serenata.
Ercole Bonjean
La Signora Estate
Mentre il sol fa capolino,
nel gran prato e nelle spiagge,
Lei rialza il capo chino.
Guida ortaggi ed insalate e,
con canti melodiosi,
con canti melodiosi,
dona loro serenate.
Un enorme solleone,
solo al suon della Sua voce,
alza fiero il capoccione.
Ora impera il lungo e in largo,
con la forza del suo raggio,
il Suo amico Sole Argo.
Ma pian piano vien la sera,
spira un lieto venticello,
ma sarà mera chimera.
Ercole Bonjean
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