Una mattina scoprii, in una zolla di terra, un chicco di grano in germoglio.
In principio temetti che il seme fosse morto; ma dopo aver spostato il terriccio che l'attorniava, vidi una linguetta bianca che da esso usciva: una linguetta viva, tenera, dalla forma e dalla grandezza d'un minuscolo filo d'erba.
Tutto il mio essere, tutta la mia anima, si raccolse ad un tratto attorno a quel piccolo seme!
Quanto mi disperai, allora, di non sapere esattamente che cosa convenisse fare per aiutarla meglio a vivere.
Per ripararlo dal gelo vi aggiunsi sopra una manciata di terra: ogni mattina facevo sciogliere su di esso un po' di neve allo scopo di fornirgli l'umidità necessaria; e affinché non gli mancasse il calore spesso gli alitavo sopra. Quella zolla di terra, con quel piccolo debole tesoro nascosto, minacciato dai tanti pericoli eppure vivente, finì per rappresentare ai miei occhi il mistero della vita.
Ignazio Silone
Analisi e comprensione del testo
- Cosa scoprì l'autore una mattina?
- Cosa temette?
- Come si accorse che il piccolo seme era vivo?
- Cosa fece per riparare il seme dal gelo?
- Come mai il bambino alitava sopra il seme?
- Cosa rappresentava quel piccolo seme per l'autore?
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