"Sono basita", dice il ministro a chi le annuncia la novità maturata in meno di tre ore, "avevamo messo a posto tutto, con un lavoro di cesello, faticosissimo ". È sconcertata e anche infastidita, Stefania Giannini, ministro che ha provato ad uscire dall'accerchiamento del Pd attorno a viale Trastevere aderendo a quel partito ("l'esperienza di Scelta civica era finita"). Ha già conosciuto a settembre le ire del premier, quando "La Buona scuola" non era neppure un librone ben rilegato e Renzi voleva riservare a sé ogni anticipazione. Da allora ha deciso di non opporsi alle decisioni del presidente del Consiglio: la sostituzione del sottosegretario morbido Roberto Reggi con uno decisamente più invasivo come Davide Faraone, la retromarcia a furor di Pd sui test a Medicina (lei li voleva cancellare, sono rimasti) e i cambiamenti sui commissari di Maturità. Ha scelto di lavorare senza conflittualità, la Giannini, e oggi, dopo aver digerito nella notte l'ennesimo colpo di scena senza neppure esserne prima informata, proverà a convincere il premier a stralciare dal disegno di legge almeno la parte delle assunzioni degli insegnanti precari: la più attesa dal mondo della scuola, quella voluta fortemente dallo stesso Renzi. Un "decreto assunzioni scuola", è l'ultimo tentativo che sarà proposto. Il resto, va bene, dentro un disegno di legge che può servire alle sfide politiche del premier.
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