Il topo di campagna e il topo di città
Un topo di campagna che aveva per amico un topo domestico, lo invitò a pranzo. Quello si recò subito da lui nei campi, ma, mentre rosicchiava chicchi d'orzo e di grano, disse:
- Sappi, amico mio, che il tuo tenore di vita è quello di una formica. Visto che io ho mezzi in abbondanza, vieni con me e potrai godere di ogni ben di Dio.
Detto fatto, i due partirono. Il topo domestico prese a mostrare all'altro legumi e grano, datteri, formaggio, miele e frutta, mentre dal canto suo quello di campagna, stupefatto, lo colmava di benedizioni e malediceva la propria sorte. Stavano per dare inizio al banchetto, quando un uomo spalancò all'improvviso la porta e i poveri topi, terrorizzati da quel rumore, corsero a rintanarsi nelle fessure del muro. Vollero poi prendere dei fichi secchi, ma un altro uomo venne a cercare qualcosa che si trovava in quella stanza e ancora una volta i topi, appena lo videro, balzarono a nascondersi in un buco. Allora il topo di campagna, incurante della fame, sospirò e disse all'altro:
- Addio, amico. Tu ti rimpinzi fino alla nausea e passi il tuo tempo a godere allegramente di queste leccornie, ma in mezzo ai pericoli e tra continui timori. Io, poveretto, che rosicchio un po' d'orzo e di grano, vivrò senza paura e senza sospettare di nessuno.
La favola dimostra che vivere in povertà, ma tranquillamente, vale di più che passare l'esistenza tra gli agi, ma nella paura e nell'angoscia.
Esopo
Analisi ed interpretazione del testo
- Chi sono i personaggi della storia?
- Cosa mangiano per pranzo?
- Per quale motivo il topo di città invita il topo di campagna a casa sua?
- Quali leccornie trovano i due topi nella casa di città?
- Cosa accade quando stanno per iniziare il pranzo?
- Perché il topo di campagna ritorna nella sua dimora?
- Sei d'accordo con la morale di questa favola? Perché?
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