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Perché si dice: "Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino"

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Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino

Come ogni mattina, il signor Lardo De Lardis, si preparava un'abbondante colazione: tè e latte, del pane tostato con la marmellata, ed una bella fetta di pregiato lardo di colonnata.
Quel giorno mentre si accingeva a gustare il copioso cibo sentì degli strani rumori provenienti dalla soffitta. Si alzò di scatto, prese una scala, e cominciò a salire, ma niente, tutto tranquillo, falso allarme. Aveva già l'acquolina in bocca, quando si apprestò a gustare il lardo. Ma quale fu il suo stupore quando vide il piatto desolatamente vuoto.
Pensa e ripensa giunse alla conclusione che l'autore del furto alimentare fosse qualche topolino. Preso da un attacco di rabbia il mattino seguente, preparò la colazione come di consueto, tranne che per un particolare, infilò una fetta di lardo in una trappola con tanto di tagliola. Gustò il tè con la marmellata, poi lentamente salì in soffitta.
Mentre saliva udì un urlo disperato:
- Miaoo ...
Corse in cucina e, con grande stupore, vide la sua gatta Birba che si leccava lo zampino più veloce di un fulmine. Mosso a compassione la portò subito dal veterinario per farle curare la ferita. Mentre la consolava e piangeva le disse con un filo di voce:
- Stai attenta, non farlo più, ricorda: "Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino!!".

Ercole Bonjean




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