2 Ottobre - Festa degli Angeli Custodi«Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie». (Vangelo di Matteo 18,10)
Nell’immagine: “Angelo musicante con viola”, Pinacoteca Vaticana, frammento di affresco, XV sec, autore: Melozzo degli Ambrogi (1438-1494), detto Melozzo da Forlì, fu architetto e pittore che riuscì a creare una delle prime sintesi del Rinascimento: linea e colore, misura e volume, ardire degli scorci e compiuta bellezza. Discepolo di un maestro giottesco, Melozzo maturò la sua visione tra Urbino e Roma, dopo essersi accostato al gusto per l’antico dello Squarcione e di Andrea Mantegna. Attivo a Roma dal 1464, dieci anni dopo affresca una delle scene più celebri del Rinascimento italiano, Papa Sisto IV in atto di nominare l’umanista Bartolomeo Platina (prefetto della biblioteca apostolica). Negli Apostoli e negli Angeli musicanti, dipinti nell’abside della chiesa romana dei Santi Apostoli, Melozzo riesce a coniugare culture diverse e spunti lontani, quasi annunciando la pienezza rinascimentale e la sintesi raggiunta tra volto e figura, spazio e tempo, disegno e colore. Il Vasari definì questo protagonista del Rinascimento italiano “..Molto studioso delle cose dell’arte”; Melozzo in effetti anticipa il maturo Cinquecento di Raffaello e Michelangelo, fino alle grandi illusioni e agli sterminati spazi delle architetture barocche. Nella cupola della sagrestia di San Marco, presso la basilica della Casa di Loreto, a cui lavora alla fine degli anni Ottanta, il forlivese tocca l’apice della sua bravura e della sua tecnica. Per la prima volta nella storia dell’arte italiana, figure e architetture sono proiettate sulla volta cava di una cupola, tripudio di angeli biondi, cherubini, serafini, un giovane Rinascimento trionfante tra fede e prospettiva: “Mise molto studio e diligenza in fare gli scorti”, chiosava ancora il Vasari.
Professor Carlo Agen