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Didattica scuola primaria: i post più popolari della settimana.

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Di seguito i 10 post che hanno ottenuto il maggior numero di visualizzazioni della settimana (alla data del 30 marzo 2019). Eccovi i link relativi:
  1. La primavera
  2. Esercizi di analisi grammaticale per la classe quinta
  3. Verifica di analisi grammaticale per la classe quarta
  4. Esercizi di analisi grammaticale per la classe terza
  5. Esercizi di analisi logica per la scuola primaria
  6. Testi utili per il riassunto
  7. Il verbo avere: possedere, agire, sentire.
  8. La pianura: il clima, la flora, la fauna.
  9. Esercizi di analisi grammaticale per la classe seconda
  10. "Arriva la primavera" - Dettato - Analisi, comprensione, ed interpretazione del testo
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Analisi grammaticale

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Spiegazione ed esercizi di analisi logica

I nomi

Gli articoli

Gli aggettivi

I pronomi

Le congiunzioni

I verbi

Gli avverbi

Le preposizioni

Le esclamazioni

Testi di vario genere

Le poesie

Le filastrocche

La raccolta dei temi

Il testo narrativo

Il testo descrittivo

Il testo argomentativo

Il testo poetico

Il testo umoristico

Scrittura creativa

Argomenti di vario tipo

Dettato ortografico

Lettura e comprensione del testo

Antologia

Elementary school

Genitori e figli

La grammatica a fumetti

Le favole di Esopo: analisi ed interpretazione del testo

Le fiabe classiche

Le regole della grammatica e dell'ortografia

Leonardo da Vinci: lettura e comprensione del testo di favole

Le avventure di Pinocchio: lettura e comprensione del testo di tutti i 36 capitoli

Racconti, poesie e filastrocche, del maestro Ercole

Tracce per i testi di tipo narrativo, descrittivo, argomentativo

Matematica classe prima

Matematica classe seconda

Matematica classe terza

Matematica classe quarta

Matematica classe quinta


Ricordo alle colleghe ed ai colleghi che il motore di ricerca di Google, presente in Home page, permette di accedere a tutti i numerosi post pubblicati su tantissimi argomenti. Buon fine settimana a tutti Voi!


Link consigliati per la settimana

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Manca oramai veramente poco al termine delle lezioni e si pensa già all'estate anche se, per ora, le condizioni climatiche fanno pensare a tutt'altro. Vi propongo pertanto il seguente link dove potrete trovare tutti i post relativi. Basta un clic qui.

Di grande ed inquietante attualità, in questo periodo, risultano essere i temi relativi all'ambiente; ve ne propongo alcuni:






Il sito di didattica propone numerose attività educativo didattiche di italiano per tutte le classi della scuola primaria relative all'intero anno scolastico. E' tempo di verifiche, eccovi una serie di link che potrebbero essere adatti a valutare le competenze raggiunte dalle bambine e dai bambini:


In questo periodo un interessante spunto per le lezioni ce lo offre la primavera che, con la sua magnifica girandola di colori, suoni ed odori, si presta particolarmente a numerosi percorsi educativo - didattici. Può risultare proficuo inserire (in particolare per una classe quinta) il testo di tipo argomentativo, nel sito ne propongo diversi, con il relativo schema. Non è detto che non possano risultare utili per l'elaborazione di percorsi educativo - didattici di vario tipo.







Per la parte grammaticale:

Ricordo alle colleghe ed ai colleghi che il motore di ricerca di Google, presente in Home page, permette di accedere a tutti i numerosi post pubblicati su tantissimi argomenti. Buona settimana!

Compiti per le vacanze estive: consigli per lo svolgimento. Attività di apprendimento

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I compiti per le vacanze estive non sono certo amati da tutti gli alunni, tuttavia ritengo possano risultare utili qualora soddisfino determinati requisiti:
  • E' bene siano eseguiti almeno dopo un mese dal termine delle lezioni per dare il tempo alle bambine ed ai bambini di riposarsi adeguatamente.
  • Vanno svolti con gradualità: non tutti all'inizio non tutti alla fine dell'estate.
  • E' necessario non studiare nelle ore più calde, ma nelle ore più fresche del mattino e della sera.
  • Le attività non devono essere noiose: a tal scopo consiglio la lettura di racconti o romanzi che appassionino, con le relative schede operative.
A partire dalla seconda classe, come esercizio per le vacanze estive, assegno un romanzo da leggere; al termine di ogni capitolo gli alunni si esercitano utilizzando un questionario che ripercorre il testo letto sia a livello referenziale, sia a livello interpretativo. E' un lavoro collaudato negli anni che consiglio.
Suggerisco quale esercizio per le vacanze estive la lettura del libro “Le avventure di Pinocchio”, la storia del più famoso burattino di tutti i tempi, presente nel sito di didattica in tutti e 36 i capitoli che compongono la celebre favola di Carlo Collodi. Al termine di ogni capitolo troverete due questionari, uno per la lettura ed uno per la comprensione del testo (tutti in versione stampabile) e in audiolibri (per i primi 10 capitoli, da completare). Potrebbe risultare utile, alle bambine e ai bambini, quale divertente allenamento per il prossimo anno scolastico. Mi limiterei ad assegnare come compito la lettura di tutto il libro e l'esercizio di analisi del testo per i primi 10 capitoli.
Eccovi, come esempio, il lavoro del primo capitolo:


 Capitolo primo

Come andò che maestro Ciliegia, falegname, trovò un pezzo di legno, che piangeva e rideva come un bambino.

C’era una volta...
– Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.
Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.
Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome mastr’Antonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura.
Appena maestro Ciliegia ebbe visto quel pezzo di legno, si rallegrò tutto e dandosi una fregatina di mani per la contentezza, borbottò a mezza voce:
– Questo legno è capitato a tempo: voglio servirmene
per fare una gamba di tavolino.
Detto fatto, prese subito l’ascia arrotata per cominciare a levargli la scorza e a digrossarlo, ma quando fu lì per lasciare andare la prima asciata, rimase col braccio sospeso in aria, perché sentì una vocina sottile, che disse raccomandandosi:
– Non mi picchiar tanto forte!
Figuratevi come rimase quel buon vecchio di maestro
Ciliegia! Girò gli occhi smarriti intorno alla stanza per vedere di dove mai poteva essere uscita quella vocina, e non vide nessuno! Guardò sotto il banco, e nessuno; guardò dentro un armadio che stava sempre chiuso, e nessuno; guardò nel corbello dei trucioli e della segatura, e nessuno; apri l’uscio di bottega per dare un’occhiata anche sulla strada, e nessuno! O dunque?...
– Ho capito; – disse allora ridendo e grattandosi la parrucca, – si vede che quella vocina me la sono figurata io.
Rimettiamoci a lavorare.
E ripresa l’ascia in mano, tirò giù un solennissimo colpo sul pezzo di legno.
– Ohi! tu m’hai fatto male! – gridò rammaricandosi la
solita vocina.
Questa volta maestro Ciliegia restò di stucco, cogli occhi fuori del capo per la paura, colla bocca spalancata e colla lingua giù ciondoloni fino al mento, come un mascherone da fontana. Appena riebbe l’uso della parola, cominciò a dire tremando e balbettando dallo spavento:
– Ma di dove sarà uscita questa vocina che ha detto
ohi?... Eppure qui non c’è anima viva. Che sia per caso questo pezzo di legno che abbia imparato a piangere e a lamentarsi come un bambino? Io non lo posso credere.
Questo legno eccolo qui; è un pezzo di legno da caminetto, come tutti gli altri, e a buttarlo sul fuoco, c’è da far bollire una pentola di fagioli... O dunque? Che ci sia nascosto dentro qualcuno? Se c’è nascosto qualcuno, tanto peggio per lui. Ora l’accomodo io!
E così dicendo, agguantò con tutt’e due le mani quel
povero pezzo di legno e si pose a sbatacchiarlo senza carità contro le pareti della stanza.
Poi si messe in ascolto, per sentire se c’era qualche vocina che si lamentasse. Aspettò due minuti, e nulla; cinque minuti, e nulla; dieci minuti, e nulla!
– Ho capito, – disse allora sforzandosi di ridere e arruffandosi la parrucca, – si vede che quella vocina che ha detto ohi, me la sono figurata io! Rimettiamoci a lavorare.
E perché gli era entrata addosso una gran paura, si provò a canterellare per farsi un po’ di coraggio.
Intanto, posata da una parte l’ascia, prese in mano la
pialla, per piallare e tirare a pulimento il pezzo di legno; ma nel mentre che lo piallava in su e in giù, senti la solita vocina che gli disse ridendo:
– Smetti! tu mi fai il pizzicorino sul corpo!
Questa volta il povero maestro Ciliegia cadde giù come fulminato. Quando riaprì gli occhi, si trovò seduto per terra.
Il suo viso pareva trasfigurato, e perfino la punta del
naso, di paonazza come era quasi sempre, gli era diventata turchina dalla gran paura.

Carlo Collodi

Comprensione del testo
1.    Come veniva chiamato mastr'Antonio? Perché?
2.    Cosa vuole fare maestro Ciliegia del pezzo di legno?
3.    Cosa accadde mentre stava per dare il primo colpo d'ascia?
4.    Come rimase maestro Ciliegia quando sentì una vocina che non si sapeva da dove provenisse?
5.    Cosa pensa maestro Ciliegia?
Interpretazione del testo
1.    Cosa prova maestro Ciliegia quando sente parlare il pezzo di legno?
2.    Cosa pensa che sia successo?
(e.b.)


Piace molto ai bambini "Il Gigante Egoista" di Oscar Wilde, ve lo ripropongo nella sua interezza:

Il Gigante Egoista: lettura e comprensione del testo (prima parte)

Ogni pomeriggio, terminata la scuola, i bambini andavano a giocare nel giardino del Gigante.
Era un grande, bellissimo giardino ricoperto di tenera erbetta verde. Qua e là sull'erbetta, spiccavano fiori simile a stelle; in primavera i dodici peschi si ricoprivano di fiori rosa e di perla, e in autunno, davano i frutti. Gli uccellini si posavano sugli alberi e cantavano così dolcemente che i bambini fermavano i loro giochi per ascoltarli.
- Come siamo felici qui!- si dicevano l'un l'altro.
Un giorno il Gigante ritornò. Era stato a far visita al suo amico, l'Orco della Cornovaglia, e vi era rimasto per sette anni.
Trascorso questo periodo, egli aveva detto tutto quel che aveva dire perché la sua conversazione era limitata, e quindi decise di ritornare al castello. Al suo arrivo vide i bambini che giocavano nel giardino. 
- Che cosa state facendo voi qui?- esclamò con voce burbera, e i bambini scapparono.
- Il mio giardino è il mio giardino! - disse il Gigante - lo sappiano tutti: nessuno, all'infuori di me, può giocare qui dentro. Così costruì un alto muro tutto intorno e vi affisse un cartello:

CHIUNQUE OLTREPASSERA' QUESTO MURO SARA' PUNITO

Era una Gigante molto egoista.
Ora i poveri bambini non sapevano più dove giocare. Cercarono di giocare sulla strada, ma la strada era polverosa e piena di sassi aguzzi, e non piaceva a nessuno. Finita la scuola giravano attorno all'alto muro e parlavano del bel giardino.
- Com'eravamo felici! - dicevano tra di loro.
Poi venne la primavera, e dovunque, nella campagna, v'erano fiori e uccellini.
Solamente nel giardino del Gigante regnava ancora l'inverno.
Là gli uccellini non avevano il desiderio di cantare perché non c'erano bambini e gli alberi si dimenticarono di fiorire.
Soltanto un fiore bellissimo mise la testina fuori dall'erba, ma alla vista del cartello provò tanta pietà per i bambini che si ritrasse e si riaddormentò. Solo la Neve e il Gelo erano contenti.
- La Primavera si è dimenticata di questo giardino – esclamarono - perciò potremo restare qui tutto l'anno.
La Neve ricoprì l'erba con il suo grande mantello bianco e il Gelo dipinse d'argento tutti gli alberi.
Poi invitarono il vento del nord a starsene con loro, e quello arrivò. Era ravvolto in pellicce e tutto il giorno ululava per il giardino rovesciando i comignoli con i suoi potenti soffi.
- E' un angolo delizioso - disse - dobbiamo invitare anche la Grandine a raggiungerci qui.
Così la Grandine venne. Tre ore al giorno picchiò sul tetto del castello finché spezzò le tegole, poi si mise a correre veloce per il giardino.
Era vestita di grigio, e il suo fiato era freddo come il ghiaccio.
- Non riesco a capire perché la Primavera tardi tanto a venire - disse il Gigante Egoista mentre, seduto presso la finestra, guardava il suo giardino gelato e bianco:
- Speriamo che il tempo cambi.
Ma la Primavera non venne mai e nemmeno l'Estate. L'Autunno diede frutti d'oro a tutti i giardini, ma nemmeno uno a quello del gigante.
Lì era sempre inverno e il vento del Nord, la Grandine, il Gelo e la Neve danzavano tra gli alberi.

Oscar Wilde (prima parte)

Analisi del testo

1.    Cosa facevano i bambini terminata la scuola?
2.    Com'era il giardino del Gigante?
3.    Perché i bambini erano felici?
4.    Cosa accadde quando tornò il Gigante?
5.    Cosa scrisse il Gigante sul cartello?
6.    Perché nel giardino del Gigante non arrivava la primavera?
7.    Chi arrivò al posto della primavera?
8.    Cosa fecero la neve e il gelo? 
9.    Chi invitarono la neve e il gelo nel giardino del Gigante?
10.Quale stagione rimase nel giardino del Gigante?

Approfondimenti grammaticali
  • Sottolinea, con colori diversi, i nomi e gli aggettivi presenti nel testo.
  • Illustra la storia con alcuni disegni in ordine di tempo.
  • Ricerca sul vocabolario le parole che non conosci.
Il Gigante Egoista: lettura e comprensione del testo (seconda parte)

Una mattina il Gigante se ne stava a letto quando udì una dolce musica. Era una musica che risuonava tanto dolce alle sue orecchie che pensò fossero di musicanti del re che passavano nelle vicinanze. In realtà era solo un piccolo fanello che cantava fuori dalla sua finestra, ma da tanto tempo non udiva un uccellino cantare nel suo giardino, che gli sembrò la più meravigliosa melodia del mondo.
La Grandine cessò di danzare sulla sua testa, il Vento del Nord smise di fischiare e un profumo delizioso giunse attraverso la finestra aperta.
- Credo che finalmente la primavera sia venuta - disse il gigante; balzò dal letto e guardò fuori.
E cosa vide? Una visione meravigliosa. I bambini erano entrati attraverso un'apertura del muro e sedevano sui rami degli alberi.
Su ogni albero che il gigante poteva vedere c'era un bambino. Gli alberi, felici di riavere i bambini, s'erano ricoperti di fiori e dolcemente poggiavano i rami sulle loro testoline.
Gli uccellini svolazzavano qua e là cinguettando felici e i fiori sbucavano ridenti dall'erba. Era una scena incantevole. Solo in un angolo del giardino regnava ancora l'inverno.
Era l'angolo più remoto del giardino, e là il gigante vide un bambino. Era tanto piccolo che non riusciva a raggiungere i rami di un albero e vi girava intorno piangendo amaramente.
Il povero albero era ancora coperto di ghiaccio e di neve e sopra di esso il Vento del Nord ululava sopra di lui.
- Arrampicati, piccino! - disse l'albero e piegò i suoi rami quanto più poté: ma il bambino era troppo piccolo.
A quella vista il cuore del Gigante si intenerì.
- Come sono stato egoista! - si disse. - Ora so perché la primavera non voleva venire qui.
Farò salire quel bambino in cima all'albero poi abbatterò il muro di cinta e il mio giardino sarà, per sempre, il parco dei giochi dei bambini. 
Era profondamente pentito per quanto aveva fatto.
Scese furtivamente le scale, aprì piano piano la porta e uscì nel giardino. Ma quando i bambini lo videro, si spaventarono tanto e fuggirono via, e nel giardino tornò di nuovo l'inverno. Solo il piccolo bimbo non scappò; i suoi occhi erano così colmi di lacrime che nemmeno vide venire il gigante. E il Gigante giunse di soppiatto dietro a lui, lo prese con delicatezza nella sua mano e lo mise sull'albero. E immediatamente l'albero fiorì, gli uccellini cominciarono a cantare tra i rami, e il bambino gettò le braccia al collo del gigante e lo baciò.
E gli altri bambini vedendo che il gigante non era più cattivo, ritornarono correndo e con loro tornò la Primavera.
- Ora questo giardino è vostro, bambini - disse il Gigante e, presa una grossa scure, abbatté il muro.
E a mezzogiorno la gente che andava al mercato vide il gigante giocare con i bambini nel giardino più bello del mondo. Tutto il giorno giocarono e la sera i bambini salutarono il Gigante.
- Dov'è il vostro piccolo amico? - chiese: - il bambino che ho fatto salire sull'albero?-
Il Gigante l'amava più di tutti, perché il piccino l'aveva baciato.
- Non lo sappiamo - risposero i bambini - se n'è andato.
- Dovete dirgli che domani deve assolutamente venire - disse il Gigante.
Ma i bambini risposero che non sapevano dove abitasse e che prima non l'avevano mai veduto, e il Gigante si sentì molto triste.
Ogni pomeriggio, terminata la scuola, i bambini venivano a giocare con il Gigante. Ma il piccolo bambino che il Gigante amava non si vide più.
Il Gigante era molto buono con tutti i bambini, ma sentiva la mancanza del suo piccolo amico e parlava spesso di lui.
- Come mi piacerebbe rivederlo - ripeteva.
Gli anni passarono, e il Gigante divenne molto vecchio e debole. Non poteva più giocare né correre così se ne stava in una grande poltrona e osservava i bambini intenti a giocare e ammirava il giardino.
-Ho molti bellissimi fiori – diceva - ma i bambini sono i fiori più belli.
Una mattina d'inverno, mentre si vestiva, guardò fuori dalla finestra. Ora non odiava più l'Inverno, perché sapeva che era soltanto la Primavera addormentata e che i fiori si stavano riposando.
Ad un tratto si fregò gli occhi sorpreso e si mise a guardare con intensità.
E vide una qualcosa di straordinario. Nell'angolo più remoto del giardino c'era un albero interamente ricoperto di delicati fiori bianchi. I suoi rami erano tutti d'oro, e da essi pendevano frutti d'argento, e ai suoi piedi c'era il bimbo ch'egli aveva tanto amato. Il Gigante scese di corsa e pieno di gioia, uscì nel giardino. Quando s'avvicinò al bambino il suo volto diventò rosso per la collera, e chiese:
- Chi ha osato ferirti?
Sulle palme delle mani il bambino aveva il segno di due chiodi sulle mani come pure sui piedini.
- Chi ha osato ferirti? - gridò il gigante - dimmelo e io impugnerò la mia grossa spada e lo ucciderò.
- No - rispose il bambino - queste sono le ferite dell'Amore.
-Chi sei tu? - chiese il Gigante, e uno strano senso di reverenza s'impadronì di lui e s'inginocchiò dinanzi al bambino.
Il bambino gli sorrise e disse:
- Un giorno tu mi hai lasciato giocare nel tuo giardino, oggi tu verrai con me nel mio, che è il Paradiso.
E quando quel pomeriggio i bambini entrarono di corsa nel giardino, trovarono il Gigante che giaceva morto ai piedi dell'albero, tutto ricoperto di candidi fiori.

Oscar Wilde

Analisi del testo
1.    Cosa udì il Gigante una mattina? Cosa vide dalla finestra?
2.    Per quale motivo era tornata la primavera?
3.    Perché in un angolo del giardino regnava ancora l'inverno?
4.    Cosa comprese il Gigante? 
5.    Perché i bambini scapparono alla vista del Gigante?
6.    Chi non scappò? Perché?
7.    Cosa fece il Gigante?
8.    Perché tutti i bambini tornarono a giocare nel giardino del Gigante?
9.    Perché il Gigante si sentiva triste?
10.Chi vide il Gigante?
11.Perché il Gigante fu preso dalla rabbia?
12.Chi era il bambino?
13.Cosa promise al Gigante?
14.Cosa videro i bambini quel pomeriggio quando entrarono nel giardino?

Approfondimenti grammaticali
  • Sottolinea, con colori diversi, i nomi e gli aggettivi presenti nel testo.
  • Illustra la storia con alcuni disegni in ordine di tempo.
  • Ricerca sul vocabolario le parole che non conosci.
(e.b.)

Naturalmente ne potrete trovare tantissimi altri, oramai non c'è che l'imbarazzo della scelta. 

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“L’infinito” di Giacomo Leopardi, festa del bicentenario della stesura. Lettura del testo per la scuola primaria.

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Saranno oltre 2.800 gli studenti che domani prenderanno parte, insieme al Ministro Marco Bussetti e Olimpia Leopardi, a una lettura collettiva de “L’infinito” in occasione del bicentenario della sua stesura. Lo faranno nella Piazzuola del Sabato del Villaggio, su cui affaccia la casa di Giacomo Leopardi, e lungo tutto il centro storico di Recanati, sua città natale. Un flash mob al quale si uniranno migliaia di ragazzi e di cittadini in tutta Italia, ritrovandosi all’interno di istituti scolastici, di biblioteche, nelle piazze e per le strade, per recitare simultaneamente i versi di uno dei componimenti più noti e amati della letteratura italiana. Tutto questo è “#200infinito”, la giornata organizzata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nata da un’idea di Olimpia Leopardi, realizzata con Casa Leopardi, in collaborazione con la RAI e con il Comune di Recanati. L’appuntamento è alle 11.30: protagoniste saranno le scuole, ma chiunque potrà partecipare a questa itinerante e disseminata “festa della poesia”. “Leopardi – spiega il Ministro Bussetti – è stato un genio. Nelle sue opere ha espresso e indagato le domande e le questioni centrali per ogni uomo. I suoi testi sono universali, superano secoli e confini geografici. Continuano a parlarci ancora oggi, a duecento anni di distanza. Noi abbiamo il dovere di testimoniare la modernità e l’importanza del suo pensiero e della sua produzione. Ed è per questo che vogliamo celebrare questo illustre poeta con una lettura collettiva: i versi de ‘L’Infinito’ usciranno dai libri di scuola per rivivere nella voce dei nostri studenti e di tutti coloro che vorranno partecipare nelle diverse piazze di Italia al flash mob che abbiamo organizzato domani. Invito tutti a unirsi. Io stesso sarò a Recanati per dimostrare che la poesia è una delle forme più potenti con cui l’uomo sta al mondo”.


L'infinito
«Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare
»
Giacomo Leopardi

Compiti per le vacanze estive: le favole di Fedro, lettura e comprensione del testo di favole.

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I compiti per le vacanze estive non sono certo amati da tutti gli alunni, tuttavia ritengo possano risultare utili qualora soddisfino determinati requisiti:
  • E' bene siano eseguiti almeno dopo un mese dal termine delle lezioni per dare il tempo alle bambine ed ai bambini di riposarsi adeguatamente.
  • Vanno svolti con gradualità: non tutti all'inizio non tutti alla fine dell'estate.
  • E' necessario non studiare nelle ore più calde, ma nelle ore più fresche del mattino e della sera.
  • Le attività non devono essere noiose: a tal scopo consiglio la lettura di racconti o romanzi che appassionino, con le relative schede operative.
A partire dalla seconda classe, come esercizio per le vacanze estive, assegno un romanzo da leggere; al termine di ogni capitolo gli alunni si esercitano utilizzando un questionario che ripercorre il testo letto sia a livello referenziale, sia a livello interpretativo. E' un lavoro collaudato negli anni che consiglio.
Suggerisco, quale piacevole esercizio per le vacanze estive, le favole di Fedro con le relative schede per la lettura e la comprensione del testo che potrete trovare al seguente link: "Le favole di Fedro" 
Eccovi intanto un esempio di lavoro:



Il gallo trasportato in lettiga dai gatti

Il gallo si serviva di gatti come portatori di lettiga. Appena la volpe lo vide farsi trasportare, tutto baldanzoso, così disse: “Ti consiglio di prendere le tue cautele contro un eventuale tranello; infatti, se osservi bene le facce di costoro, penseresti che portano una preda non un carico”.
Appena quella masnada di belve sentì gli stimoli della fame, divorò il suo padrone e si divise il frutto del delitto.

Fedro

L'eccessiva sicurezza trascina spesso gli uomini nel pericolo.

Tratto da Fedro “Favole” Oscar Mondadori

Analisi del testo
  1. Da chi si faceva portare il gatto sulla lettiga?
  2. Cosa gli consiglia la volpe?
  3. Come finisce la favola?
Interpretazione del testo
  • Perché la volpe consiglia al gallo di non lasciarsi trasportare dai gatti?
  • Cosa significa la frase “L'eccessiva sicurezza trascina spesso gli uomini nel pericolo”?
Vocabolario

lettiga = mezzo usato nell'antichità per portare le persone nobili o facoltose

Ti potrebbe interessare il seguente link:


Compiti per le vacanze estive - Esopo: lettura,analisi, e comprensione del testo di favole.

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I compiti per le vacanze estive non sono certo amati da tutti gli alunni, tuttavia ritengo possano risultare utili qualora soddisfino determinati requisiti:
  • E' bene siano eseguiti almeno dopo un mese dal termine delle lezioni per dare il tempo alle bambine ed ai bambini di riposarsi adeguatamente.
  • Vanno svolti con gradualità: non tutti all'inizio non tutti alla fine dell'estate.
  • E' necessario non studiare nelle ore più calde, ma nelle ore più fresche del mattino e della sera.
  • Le attività non devono essere noiose: a tal scopo consiglio la lettura di racconti o romanzi che appassionino, con le relative schede operative.
A partire dalla seconda classe, come esercizio per le vacanze estive, assegno un romanzo da leggere; al termine di ogni capitolo gli alunni si esercitano utilizzando un questionario che ripercorre il testo letto sia a livello referenziale, sia a livello interpretativo. E' un lavoro collaudato negli anni che consiglio.
Suggerisco, quale piacevole esercizio per le vacanze estive, le favole di Fedro con le relative schede per la lettura e la comprensione del testo che potrete trovare al seguente link: "Le favole di Esopo" 
Eccovi intanto un esempio di lavoro:


Il leone e il topo

Una volta, mentre il leone stava dormendo, un topolino cominciò a passeggiare avanti e indietro su di lui. Il leone si svegliò, mise la sua grossa zampa sopra il topolino e aprì le fauci per inghiottirlo.

- Perdono Maestà! - gridò il topolino. - Lasciami andare! Non lo dimenticherò mai e forse un giorno potrei ricambiarti il favore. 
Il leone sorrise a quelle parole, ma alzò la zampa e lo lasciò libero.
Qualche tempo dopo il leone fu preso in una trappola, e i cacciatori, che volevano portarlo vivo al loro Re, lo legarono a un albero e si allontanarono per andare a cercare un carro dove caricarlo.
Proprio allora passò di là il topolino che, vedendo in quale guaio si trovasse il leone, si avvicinò e rosicchio la corda che teneva legato il Re degli animali.
- Non avevo forse ragione? - esclamò il topolino.

"Piccoli amici possono essere grandi amici"

da Esopo

Analisi del testo
  1. Cosa accadde al leone mentre dormiva?
  2. Cosa fece quando si accorse del topolino?
  3. Cosa promise il topolino al leone?
  4. Come reagì il leone?
  5. Cosa accadde al leone qualche tempo dopo?
  6. Chi lo aiutò a liberarsi dalla trappola?
  7. In che modo il piccolo topolino salvò il leone?
Comprensione del testo
  • Questa favola cosa ci insegna?
  • Ti è mai capitato di aiutare una persona in difficoltà?
  • Ti è mai capitato di aiutare un piccolo animale in difficoltà?
  • Quando aiuti una persona ti aspetti una ricompensa?
Altre proposte operative

Inventa tu una storia, anche realmente accaduta, relativa a due animali che si sono aiutati a vicenda.

Leggi diverse volte questa favola dando una voce diversa al topolino a seconda delle situazioni.


Prova a riassumere la favola.

Ti potrebbe interessare il seguente link:

Compiti per le vacanze

Compiti per le vacanze estive - Leonardo da Vinci: lettura,analisi, e comprensione del testo di favole.

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I compiti per le vacanze estive non sono certo amati da tutti gli alunni, tuttavia ritengo possano risultare utili qualora soddisfino determinati requisiti:
  • E' bene siano eseguiti almeno dopo un mese dal termine delle lezioni per dare il tempo alle bambine ed ai bambini di riposarsi adeguatamente.
  • Vanno svolti con gradualità: non tutti all'inizio non tutti alla fine dell'estate.
  • E' necessario non studiare nelle ore più calde, ma nelle ore più fresche del mattino e della sera.
  • Le attività non devono essere noiose: a tal scopo consiglio la lettura di racconti o romanzi che appassionino, con le relative schede operative.
A partire dalla seconda classe, come esercizio per le vacanze estive, assegno un romanzo da leggere; al termine di ogni capitolo gli alunni si esercitano utilizzando un questionario che ripercorre il testo letto sia a livello referenziale, sia a livello interpretativo. E' un lavoro collaudato negli anni che consiglio.
Suggerisco, quale piacevole esercizio per le vacanze estive, le favole di Fedro con le relative schede per la lettura e la comprensione del testo che potrete trovare al seguente link: "Le favole di Leonardo da Vinci" 
Eccovi intanto un esempio di lavoro:



Il cedro e l'uragano

Un cedro s'ergeva tra tante piante sorelle; ma gli pareva che la sua bellezza non avesse intorno abbastanza spazio per essere ammirata.
Pregò allora il padrone di tagliare le piante che lo accerchiavano.
Il padrone lo accontentò subito. Sradicò tutte le piante, le segò, le accatastò al sole, affinché disseccassero bene per far fuoco l'inverno futuro.
Senonché si levò un vento furioso, una vera bufera. Il cedro, rimasto solo a fronteggiare l'uragano, fu vinto.
Percosso da ogni parte cadde sconquassato.
La vanità l'aveva vinto.


Leonardo da Vinci

Lettura e comprensione del testo:

  • Quali sono i protagonisti della storia?
  • Cosa chiede il cedro al padrone? Perché?
  • Cosa fece il padrone?
  • Cosa accadde quando arrivò il vento e la bufera?
Interpretazione del testo:
  • Perché il cedro non vuole più piante attorno a sé?
  • Perché l'uragano distrusse il cedro?
  • Cos'è la vanità?
  • Ti è piaciuta questa storia? Quale insegnamento se ne può ricavare?
Nota dell'insegnante ai bambini

La metafora del cedro ci insegna che non dobbiamo sentirci superiori agli altri. L'uomo, proprio come il cedro, "da solo vale meno di una formica".
Racconta una breve storia sulla presunzione.

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